martedì, 29 aprile 2025 | 10:58

Art–Bonus e diritto di superficie: la posizione del Fisco

In tema di Art–Bonus, forniti chiarimenti sui presupposti per fruire del credito d’imposta previsto dall’art. 1, co. 1, DL 83/2014 in presenza di un diritto di superficie costituito su un bene immobile destinato a teatro (AdE - risposta 28 aprile 2025, n. 119)

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Art–Bonus e diritto di superficie: la posizione del Fisco

In tema di Art–Bonus, forniti chiarimenti sui presupposti per fruire del credito d’imposta previsto dall’art. 1, co. 1, DL 83/2014 in presenza di un diritto di superficie costituito su un bene immobile destinato a teatro (AdE - risposta 28 aprile 2025, n. 119)

Il caso: ristrutturazione di un teatro su diritto di superficie

Il quesito è stato posto da un Comune che, a seguito della necessità di ristrutturare un immobile di proprietà di una cooperativa e già adibito a teatro, ha costituito – con atto notarile dell’11 marzo 2021 – un diritto di superficie della durata di 25 anni a favore dello stesso ente territoriale. Il contratto prevede la risoluzione del diritto se i lavori non vengono ultimati entro tre anni dalla stipula.

L’ente pubblico ha chiesto se le erogazioni liberali ricevute per finanziare gli interventi possano beneficiare del credito d’imposta Art–Bonus, nonostante l’immobile non sia di sua proprietà ma soggetto a un diritto reale parziale (superficie).

Il quadro normativo: Art–Bonus e beni culturali pubblici

L’Agenzia ricorda che l’Art–Bonus spetta per le erogazioni liberali in denaro destinate a:

- interventi su beni culturali pubblici;

- sostegno di luoghi della cultura di appartenenza pubblica;

- realizzazione/restauro di strutture di spettacolo pubbliche non lucrative;

- interventi eseguiti da soggetti concessionari o affidatari dei beni pubblici.

Viene inoltre ribadito che le spese per la progettazione degli interventi rientrano tra quelle agevolabili, come chiarito dalla circolare del 31 luglio 2014, n. 24/E e più recentemente dalla circolare del 28 dicembre 2023, n. 34/E.

Il nodo critico: la qualificazione del bene come "bene culturale pubblico"

L’Agenzia si è avvalsa del parere del Ministero della Cultura, il quale ha evidenziato due criticità fondamentali:

- Condizione risolutiva: non è certa la permanenza del diritto di superficie, vincolata all’effettiva conclusione dei lavori entro tre anni. Ciò introduce un elemento di incertezza sul titolo giuridico in capo al Comune.

- Assenza di verifica dell’interesse culturale: non risulta che l’immobile sia stato sottoposto alla procedura di verifica di cui all’art. 12 del Codice dei beni culturali (D.lgs. 42/2004), necessaria per cristallizzare la qualità di “bene culturale”.

Il riconoscimento della culturalità del bene in via presuntiva non è sufficiente per accedere all’Art–Bonus, poiché tale presunzione ha valore provvisorio e non può giustificare l’attribuzione di un beneficio economico, in assenza di conferma formale da parte del Ministero.

La conclusione dell’Agenzia

In assenza di un formale provvedimento di riconoscimento dell’interesse culturale da parte del Ministero, non è possibile accedere al credito d’imposta Art–Bonus. Pertanto, l’Agenzia condiziona l’ammissibilità del beneficio alla presentazione, da parte dell’ente istante, del provvedimento di verifica positiva dell’interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del Codice dei beni culturali.

di Anna Russo

Fonte normativa